La Parrocchia SS. Salvatore partecipa al Programma di Aiuti Europei agli Indigenti (PO I FEAD) in qualità di Organizzazione partner Territoriale (OpT), provvedendo alla distribuzione di aiuti alimentari cofinanziati dal Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti (FEAD) e all’erogazione di misure di accompagnamento per orientare e sostenere le persone in condizione di bisogno.
Nell’anno 2023 l’Opt ha distribuito n. 851 pacchi alimentari per un totale di n. 252 persone aiutate attraverso il sostegno finanziario del PO I FEAD.
La OPC di riferimento è il BANCO DELLE OPERE DI CARITA’ con sede in Caserta alla Via Enrico Mattei 14.
“Più di ogni altra cosa custodisci il tuo cuore, poiché da esso sgorga la vita”
(tratto da un libro di Alba Mascolo)
“Una volta, tanti e tanti anni fa, viveva in un bosco da qualche parte di questo mondo, o forse di un altro, dove non succedeva assolutamente niente di particolare.
Era un bosco come tanti altri, che aveva i suoi ritmi come tutti i normali boschi di questa terra;
dopo la luce del giorni veniva il buoi della notte e poi ancora la luce del giorno;
l'erba e le foglie spuntavano in primavera, fiorivano con l'estate, appassivano in autunno, mentre le piante in inverno si riposavano per prepararsi a rinascere a primavera e cosi sia.
Gli animali del bosco nascevano, imparavano a crescere con l'aiuto dei vecchi, poi diventavano grandi e a loro volta e mettevano al mondo altri cuccioli come era avvenuti, stagione dopo stagione.
All'arsura dell'estate succedevano le piogge dell'autunno, alla pioggia autunnale la neve dell'inverno, dopo la neve veniva il disgelo e i ruscelli ricominciavano a scorrere, mentre il sole si infilava sotto le zolle a risvegliare come un piacevole tepore i semi addormentati.
E ognuno di loro si svegliava stiracchiandosi e si ricordava di portare dentro di sé il segreto della vita, dalla prima foglia che sarebbe spuntata sul terreno, alle piante che ne sarebbero cresciute, ai nuovi fiori e ai frutti, fino ad arrivare ai semi che si sarebbero addormentati nella terra, carichi del loro segreto e pronti per il nuovo risveglio di primavera.
E da millenni la vita andava avanti cosi, fatta di ritmi e di cicli.
Ogni cosa aveva il suo, e soprattutto, ogni cosa sapeva e lo riteneva l'unico possibile.
E di questi ritmi facevano parte la luce e il buio, l'acqua e la neve, le foglie che spuntavano e quelle che morivano, gli animali e le piante che nascevano, crescevano, invecchiavano e morivano, per trasformarsi in nuovi alberi e nuovi fiori.
Questa era la vita del bosco: cosi era sempre stata e tutti lo sapevano, perché ogni sera proprio nello spiazzo centrale si riunivano tutti gli animali e tutti i cuccioli, e i vecchi raccontavano ai giovani quello che avevano visto nella loro vita e quello che avevano sentito quando erano cuccioli loro e i giovani li ascoltavano per imparare a crescere.
E cosi i due gruppi si incontravano tutte le sere, nel cuore del bosco, al riparo di sette vecchissime querce che con i loro rami intrecciati formavano una protezione sopra lo spiazzo.
E i due gruppi erano sempre uguali e sempre diversi:
uguali perché erano sempre quello degli animali vecchi e saggi e quello dei cuccioli e diversi perché ognuno variava sempre.
Ogni tanto qualche vecchio saggio e simpatico non veniva più perché era finito il, suo ciclo, ma c'era un altro animale adulto che adesso diventava vecchio e veniva a riempire il suo posto rimasto vuoto nel gruppo dei cantastorie, perché le storie potessero andare avanti all’ infinito.
E per ogni cambiamento nel gruppo dei cuccioli:
ogni tanto qualcuno che aveva imparato tutte le storie non veniva più, ma andava nel gruppo degli adulti per imparare le cose che gli animali adulti sapevano fare.
Però al suo posto c'era sempre qualche cucciolo piccolo piccolo che arrivava e stava li a sentire incantato le storie del bosco nella lunga vita.”
PER LE VOCAZIONI DEI SACERDOTI.
Abbiamo bisogno di preti, Signore, ma di preti fatti sul tuo stampo; non vogliamo sgorbi, non vogliamo "occasionali", ma preti autentici, che ci trasmettano te senza mezzi termini, senza ristrettezze, senza paure. Vogliamo preti "a tempo pieno", che consacrino ostie, ma soprattutto anime, trasformandole in te; preti che parlino con la vita, più che con la parola e gli scritti; preti che spendano il loro sacerdozio anziché studiare di salvaguardarne la dignità. Sai bene, Signore, che l'uomo della strada non è molto cambiato da quello dei tuoi tempi; ha ancora fame; ha ancora sete; fame e sete di te, che solo tu puoi appagare. Allora donaci preti stracolmi di te, come un Curato d'Ars, preti che sappiano irradiarti; preti che ci diano te. Di questo, solo di questo noi abbiamo bisogno. Perdona la mia impertinenza: tieniti i preti dotti, tieniti i preti specializzati, i preti eloquenti, i preti che san fare schemi, inchieste, rilievi. A noi, Signore, bastano i preti dal cuore aperto, dalle mani forate, dallo sguardo limpido. Cerchiamo preti che sappiano pregare più che organizzare, preti che sappiano parlare con te, perché quando un prete prega, il popolo è sicuro. Oggi si fanno inchieste, si fanno sondaggi su come sarà, su come la gente vuole il prete. Non ho mai risposto a queste inchieste, ma a te, Signore, posso e voglio dirlo: il prete io lo voglio impastato di preghiera. Donaci, o Signore, preti dalle ginocchia robuste, che sappiano sostare davanti a te, preti che sappiano adorare, impetrare, espiare; preti che non abbiano altro recapito che il tuo Tabernacolo. E dimenticavo: rendici degni di avere tali preti.